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IL BACIO
di Alain Elkann
Barbara Nahmad ancora una volta sceglie come metafora personaggi di successo, ma in questo caso i suoi grandi lavori non sono ritratti di scrittori come Hemingway, artisti come Duchamp, politici come Churchill o cantanti come Maria Callas, sono invece dei baci; come quello di Vivian Leigh e Clark Gable in Via col Vento o i baci di John Lennon e Yoko Ono, il bacio di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany oppure il bacio di Amore e Psiche di Bronzino oppure Ercole e Onfale di Boucher, o ancora baci anonimi nell’America degli anni ’50 o durante il Raid di Entebbe in Uganda.
Nahmad usa quindi immagini di persone che si baciano che, per diversi motivi, l’hanno colpita nel mondo reale, nell’arte, nel cinema. Baciarsi vuol dire essere insieme soli, isolati dalle cose brutte o cattive del mondo. Baciarsi vuol dire essere insieme e vicini in momenti felici o infelici o pericolosi, o nei momenti più banali della nostra quotidianità.
Due persone nella realtà o nella fiction o nell’arte o nella mitologia si attraggono, si cercano, si avvicinano e si incontrano in un’intimità che in quell’attimo li astrae da quello che li circonda. Si capisce tutto guardando i baci di Barbara Nahmad: in alcuni lavori i protagonisti chiudono gli occhi e si abbandonano, in altri uno dei due è come distante, tiene gli occhi aperti, forse ama di meno…e questo è molto evidente per Cary Grant in Notorius o per Yoko Ono che si lascia baciare fredda e con gli occhi aperti da un John Lennon innamorato. Altri baci sono troppo cinematografici per essere veri, troppo appassionati. L’insieme del lavoro è bello e forte perché ci fa capire che un bacio può essere un sigillo per unire o un semplice rito dell’amore, una cosa che è irresistibile da dare e che può essere quasi fastidiosa da ricevere.
Ogni artista ha bisogno per esprimersi di osservare, riprodurre e stravolgere la realtà e ha soprattutto bisogno di una metafora che nel caso di uno scrittore come Balzac era il denaro, mentre per Barbara Nahmad la metafora è il bacio. Il bacio che è un pretesto per mettere insieme su una stessa tela due personaggi e con spietata verità lasciar trapelare in quel momento preciso del bacio i loro sentimenti. Del resto il bacio è simbolo di pace o di amore, ma si dice anche “il bacio avvelenato”. Guardando le gallerie di baci più o meno famosi tra personaggi più o meno famosi che dipinti da Barbara Nahmad si coglie l’occhio talora acuto e spietato, talora dolce e innamorato dell’artista nel cogliere proprio quei modelli che fanno la stessa cosa, si baciano e si lasciano baciare, ma appunto proprio in quel momento lasciano trapelare all’occhio attento che li osserva, il vero stato dei loro reciproci sentimenti.Ma dal momento che in arte nulla è veramente chiaro, ma sempre aperto a varie possibili interpretazioni, è possibile che tutto quello che ho appena scritto sugli ultimi lavori di Barbara Nahmad non corrisponda a quanto lei ha voluto esprimere.
Deliberatamente non ho voluto leggere quanto l’artista ha scritto presentandomi questi suoi ultimi lavori, perché ho voluto pormi come un osservatore esterno, un testimone, uno scrittore e non un critico d’arte.
Ho cercato guardando l’insieme della mostra di farmi un’idea, di capire se tra tutti quei baci ci fosse qualcosa che li legava ad un unico discorso.
Penso che Barbara nella sua personale rassegna di baci abbia voluto dire che bisogna stare attenti poichè nel nostro affamato mondo di interessi finanziari, ambizioni mal riposte, solitudine e eccesso di comunicazione, i baci sono in pericolo: non sono più ludici o gioiosi, ma possono essere drammatici e strazianti o anche indifferenti.
Le cose peggiori sono l’indifferenza e la convenzione e Barbara sa cogliere nei suoi nuovi lavori le tante sfumature delle persone attraverso i loro baci.
O forse si può rivoltare tutto e immaginare che Barbara abbia scelto il tema del bacio come simbolo di bellezza e di pace in contrapposizione a un mondo che sembra avere dimenticato questo…
Vale la pena guardare questi quadri e riflettere anche su noi stessi, sui nostri baci dati e ricevuti e su quelli negati o che ci sono mancati. L’arte deve provocare, deve toccare i sentimenti, deve far riflettere, sognare…e con le sue opere Barbara ci è riuscita molto bene.
ALL'ULTIMO RESPIRO
di Barbara Nahmad
Negli ultimi anni la mia ricerca artistica si è improntata sui ritratti storici. Lavorare nelle pieghe del già visto, del già noto, attraverso immagini passate decine di volte nei rotocalchi, e riconsiderate.
Un’analisi, attraverso la pittura, di una realtà mediatica nascente (Life, Paris Match, Epoca) e che ha consacrato miti tuttora spendibili dai media. Mi diverte un certo tipo di pittura onnivora, che ingloba nuovi modelli di comunicazione, come non fosse mai stanca della sua storia millenaria.
Per questa mostra a tema indago una sorta di anatomia del sentimento, che si esprime nel bacio, attraverso il cinema, la storia dell’arte, la fotografia, la cronaca,. E’ una ricognizione ad ampio raggio.
Mi interessa, quel primo contatto tra nature affini, accenno a una realtà in divenire tra due individui, prima separati e poi uniti. Con i dubbi e le titubanze e le resistenze, ogni cosa traspare.
Nel bacio però non si manifesta soltanto un sentimento romantico o passionale, ma anche famigliare, affettuoso, politico, narcisistico.
Emozione, natura e cultura che si mescolano.
La prevalenza di immagini dal mondo del cinema deriva dal fatto che io ho dato una verità ai miei turbamenti e all’amore, proprio al cinema, da adolescente. E nei libri.
Ho ripercorso, nei quadri che ho fatto sui film, la storia delle mie emozioni personali, dei miei respiri interrotti, dei miei batticuori, ma forse un po’ di tutti.
Una sorta di romanticismo forse già masticato e predigerito, in cui ognuno un po’si culla, nell’illusione del The End consolatorio. Però, che sogni…
Le immagini tratte dalla storia dell’arte sono, forse, più conturbanti. Dal Bronzino, a Klimt , al bacio celebre di Hayez, passando per il Settecento di Boucher, Ercole ed Onfale, sensuale. Certo, il confronto, o lo scontro, con i grandi artisti del passato dal punto di vista della pittura è arduo, intenso, però folgorante .
Ci sono più nudità che baci, nella storia dell’arte.